Monday, March 06, 2006

Dedicato a un lettore analfabeta

EX PRESS
Dedicato a un lettore analfabeta
MARIA TERESA CARBONE
Buone notizie in vista per tutti gli autori di blog desiderosi di diventare scrittori a pieno titolo. Una notizia sul New York Times avverte che dalla fine di marzo sul sito www.blurb.com sarà disponibile gratuitamente un software in grado di scaricare il contenuto di un blog riformattandolo sotto forma di libro. Il prezioso testo potrà poi essere riconvertito per una cifra modesta (a partire da una trentina di dollari) in un volume vero e proprio, con copertina a colori, che sarà messo in vendita sullo stesso sito. Il già nutrito drappello di autori della domenica rischia insomma di aumentare a dismisura. Peccato che, di fronte a tanta passione per la scrittura, il numero dei lettori stia calando precipitosamente ovunque. Lo dimostra fra l'altro una recente iniziativa britannica, segnalata sul Times da Alexandra Frean: per incitare i dodici milioni di adulti inglesi che - in base alle statistiche - leggono con grande difficoltà, è stato varato il programma Quick Reads che prevede fra l'altro la realizzazione di una collana di testi a basso costo e di facile lettura, firmati da autori celebri come Ruth Rendell o Joanna Trollope: «Non ci sarà più di una parola di tre sillabe per paragrafo, le frasi saranno brevi e prive di strutture grammaticali complesse, le idee astratte saranno ridotte al minimo». Oltre al desiderio di «dischiudere nuovi mondi a coloro che sono stati finora esclusi dal piacere della lettura », il programma - appoggiato da Blair - ha anche finalità pratiche più immediate: secondo l'articolo del Times, «si calcola che la scarsa capacità di leggere costi all'economia britannica dieci miliardi di sterline l'anno in mancati introiti delle tasse, scarsa produttività e incidenza sui programmi di assistenza sociale». Que reste-t-il de nos amours? cantava negli anni Quaranta Charles Trenet, poi citato da Truffaut in Baci rubati. E que reste-t-il des nouveaux philosophes? si chiede oggi il «Nouvel Observateur» a trent'anni di distanza dalla fragorosa apparizione sulla scena culturale francese (e non solo) di Bernard Henri-Lévy, André Glucksmann e compagnia cantante. «La dubbia efficacia con cui quel cartello mediatico - nel quale si mescolavano antitotalitaristi sinceri, normaliens trentenni dai denti aguzzi, cucine editoriali di Saint- Germain, ultimi fuochi del maoismo e cambiamento di regime nella distribuzione dei brevetti intellettuali - riuscì a svalutare nell' arco di una sola stagione un marxismo che aveva strutturato tutta l'intellighenzia francese del dopoguerra val bene una messa commemorativa» - scrive Aude Lancelin. Dal 1976 molte cose sono cambiate in Francia e nel mondo, ma gli ex nouveaux philosophes continuano a imperversare, anche perché «il gusto del manicheismo politico in cemento armato » del dopo 11 settembre «ha regalato loro una seconda giovinezza ». Lo dimostra fra l'altro la recente tournée negli Usa di Bernard Henri-Lévy, autore di un saggio che si vorrebbe «tocquevilliano », American Vertigo, ma che è stato accolto con qualche scetticismo anche (e proprio) negli Stati Uniti. «I nouveaux philosophes hanno a che fare più che altro con lo studio antropologico delle fluttuazioni della moda ideologica in Francia» è il commento del filosofo Slavoj Zizek. E Lancelin rincara la dose: «Effetto di moda ideologica, certo, ma anche tentativo di Opa sui centri nervosi del pensiero francese, i cui effetti non cessano di farsi sentire».
Il manifesto, 4 marzo 2006

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