Friday, November 10, 2006

Dalla setta di Moon all’Onu. Grazie a Bolton

WORLD FOOD PROGRAMME
Dalla setta di Moon all’Onu. Grazie a Bolton
di STEFANO BALDOLINI
EUROPA QUOTIDIANO, mercoledi 8 novembre 2006

Un’ex Moonie, per più di venti anni seguace del reverendo Moon e della sua “chiesa della riunificazione”, potrebbe salire al vertice del World Food Programme (Wfp), il programma per l’alimentazione mondiale delle Nazioni Unite.
Si tratta di Josette Sheeran, americana spalleggiata dall’amministrazione Bush, rappresentata all’Onu dall’ambasciatore John Bolton. La Sheeran ha alle spalle una carriera come donna d’affari all’ombra del reverendo Moon nonché da giornalista al Washington Times, creatura di proprietà della “chiesa della riunificazione”: la preferita di Bush senior, nota in Italia per la vicenda Milingo.
Fu proprio sulle colonne del Times che nel 1992 la Sheeran intervistò – prima reporter americana – il dittatore nord coreano Kim Ilsung presentandolo come «un anziano riflessivo uomo di stato» piuttosto che un «dogmatico dittatore».
L’anno prima lo stesso reverendo Moon, nato in Corea del Nord, aveva visitato il paese, dove, nonostante le sue dichiarate posizioni anti-marxiste, fece diversi affari (due grandi alberghi e uno stabilimento per l’assemblaggio di autovetture sono di proprietà di compagnie vicino alla “chiesa dell’uni ficazione”).
Così, come scrive il Guardian, che ha dato ampio spazio alla possibile nomina della Sheeran, «ogni legame tra i Moonies e il World Food Programme diventa particolarmente delicato a causa del ruolo dell’agenzia Onu nella penisola coreana».
Inoltre la questione degli aiuti alimentari è intrecciata con quella del nucleare.
A metà degli anni novanta, aiuti alimentari per milioni di dollari vennero forniti al regime comunista di Pyongyang.
Durante l’amministrazione di George W.
Bush gli Stati Uniti decisero di bloccare gli aiuti del World Food Programme. Lo scorso ottobre, all’indomani dei test nucleari nord coreani, portavoce del Wfp facevano sapere che, pur «non volendo speculare» sulle reazioni internazionali agli esperimenti, «il programma di distribuzione di viveri era già gravemente sottofinanziato» e che, in mancanza di nuovi contributi, sarebbe stato «interrotto in gennaio». Ad essere in discussione, il programma di aiuti varato lo scorso giugno per 150 mila tonnellate (102 milioni di dollari) indirizzati a 1,9 milioni di persone in due anni. Questo, mentre, secondo l’Onu, malgrado il miglioramento dei raccolti degli ultimi anni, la Repubblica Popolare Democratica di Corea continua a soffrire di una grave mancanza di cibo. E per il 2006 si prevede un deficit alimentare pari al 15 per cento del bisogno.
Dunque anche in virtù del ruolo chiave in termini geostrategici, e di una relativa libertà di manovra – alcuni la ritengono maggiore dello stesso segretario generale, vincolato dai veti delle grandi potenze –, la candidatura dell’ex Moonie suscita più di qualche perplessità. È vero che la Sheeran lasciò i Moonies più di dieci anni fa – nel 1997 il Washington Post riportò che nei precedenti 18 mesi aveva prestato servizio nella chiesa anglicana – ma i suoi detrattori, scrive ilGuardian, sostengono che non «ha mai preso realmente le distanze dalla “chiesa dell’unificazione”».
La decisione, che spetta al segretario generale Onu e al direttore generale della Food and Agriculture Organisation (Fao), dovrebbe essere presa entro la settimana.
Intanto la vicenda ha prodotto un mezzo giallo al Palazzo di Vetro. Secondo alcuni la Sheeran sarebbe già stata “scaricata” prima dell’intervento del nuovo segretario generale designato, il sud coreano Ban Ki-moon. Che non ha legami con la “chiesa dell’unificazione”.

1 Comments:

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