Saturday, August 26, 2006

Riso amaro per l’Europa. Ma la Commissione non scherza

OGM  IL DIBATTITO DOPO LA DECISIONE DI BRUXELLES DI AUTORIZZARE L’IMPORT DEL SOLO PRODOTTO CERTIFICATO
Riso amaro per l’Europa. Ma la Commissione non scherza

di STEFANO BALDOLINI
EUROPA QUOTIDIANO venerdì 25 agosto 2005

Si configura come un fatto emblematico la decisione della Commissione europea di introdurre un sistema di certificazione per il riso importato dagli Stati Uniti al fine di evitare l’arrivo in Europa di organismi geneticamente modificati (Ogm) non autorizzati.
Era successo che le autorità statunitensi avevano individuato, in alcuni campioni di riso non Ogm, tracce di proteine transgeniche non autorizzate, ossia di riso LL601 prodotto dalla tedesca Bayer, che non doveva essere destinate al mercato americano.
Mercato, che al contrario di quello europeo (Bruxelles non autorizza riso Ogm né per le colture, né ad uso alimentare) prevede la circolazione di altri due tipi di riso, il LL62 e il LL06, sempre prodotti dalla Bayer.
La vicenda non incide su due dei tradizionali pilastri della questione Ogm, quello ambientale o sanitario, piuttosto pone dei problemi di tipo politico.
« È un caso politicamente interessante perché mette in evidenza la difficoltà di applicare la normativa anche quando funziona.
– dichiarano ad Europa fonti autorevoli della Commissione – E mette alla prova l’impianto normativo comunitario sugli Ogm.
Non tanto dal lato dei controlli, da un certo punto di vista le regole su base “iterativa” hanno funzionato, né da quello della tracciabilità, visto che sarebbe complesso risalire a come il riso è stato “inquinato”.
Il punto è quali debbano essere le risposte delle istituzioni in casi del genere.» E la risposta di Bruxelles, che dovrà passare quest’oggi al vaglio degli esperti del settore alimentare dei 25 paesi dell’Unione, prev e d e c h e a g l i stessi s t a t i memb r i spettino i controlli alle frontiere sulla certificazione, nonché il monitoraggio dei prodotti già sul mercato.
Questo, per sei mesi, passati i quali le procedure saranno riesaminate.
Intanto le decisioni non hanno incontrato il favore degli ambientalisti.
Per Greenpeace International si è trattata di «una risposta minima ad un serio problema di contaminazione».
Ma se il pericolo è stato escluso dalle autorità statunitensi, che parlano di rischio zero per la salute pubblica o l’ambiente, non sulla stessa linea è Bruxelles che non se la sente di condividere il punto di vista degli americani.
Anzi, non è un mistero che Bruxelles sia rimasta irritata dal ritardo della trasmissione delle informazioni, visto che la scoperta del riso “inquinato” nei supermercati Usa risalirebbe a tre settimane prima.
Della necessità di «non abbassare la guardia da parte delle autorità europee di fronte ai rischi di contaminazione che dimostrano la inadeguatezza del sistema americano a prevenire inquinamenti da Ogm», parla anche Luca Colombo del “Consiglio dei diritti genetici”, ascoltato da Europa.
«Si rifletta anche sulla opportunità di autorizzare la varietà di riso transgenico in attesa di approvazione », aggiunge.
Il riferimento è al fatto che l’”European Food Safety Authority” (Efsa) sta attualmente esaminando la possibilità di autorizzare un tipo di riso geneticamente modificato. Si tratta del Bayer LL 62, che contiene la stessa proteina trovata nel riso al centro delle polemiche.
Intanto sembrano destinate a calare le importazioni europee di riso americano.
Cosa non da poco, visto che gli Stati Uniti sono uno dei maggiori fornitori di riso dell’Unione, trecentomila tonnellate, di cui l’85 per cento a grano lungo, solo lo scorso anno. Altri grandi fornitori europei sono l’India, la Thainlandia e la Guyana.
Nel frattempo il Giappone, in linea con la sua tradizionale politica protezionista in campo alimentare, ha deciso di chiudere le frontiere al riso statunitense.

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