UE, ITALIA ULTIMO FRA 15 PER AIUTI A PVS
CCOPERAZIONE: UE, ITALIA ULTIMO FRA 15 PER AIUTI A PVS
(ANSA) - BRUXELLES, 14 FEB - Fra i 15 paesi 'vecchi' dell'Ue, l'Italia e' l'ultima della lista dei donatori europei sul fronte degli aiuti internazionali ai paesi in sviluppo: lo afferma un rapporto titolato 'I buoni e i cattivi'' dell'Ue reso noto oggi da ActionAid, Eurodad e Oxfam. Pubblicato in coincidenza con l'incontro domani in Lussemburgo dei ministri della cooperazione dei Venticinque per discutere le strategie contro la lotta nel mondo, il documento sottolinea che l'Italia ''destina agli aiuti internazionali lo 0,17% del Pil, ultima della lista dei donatori europei, escludendo i nuovi paesi membri''. Le tre ong ricordano inoltre che l'Italia destina solo lo 0,57% degli aiuti ai servizi sociali di base. Regno Unito, Belgio, Portogallo e Svezia indirizzano invece meno del 5% dei loro aiuti a servizi sanitari, scolastici e di potabilizzazione dell'acqua. Il documento definisce d'altra parte ''inaccettabile'' la posizione dell'Italia, che - si precisa - ''non mette a disposizione dati aggiornati dal 2001, quando il 92% degli aiuti bilaterali che il Paese devolveva al sud del mondo doveva essere spesa in beni e servizi forniti da aziende italiane''. (ANSA) RIG
COOPERAZIONE: ITALIA ACCUMULA RITARDI PER AIUTI A PVS /ANSA
(di Martino Rigacci) (ANSA) - BRUXELLES, 14 FEB - Una situazione piena di ''ombre'', con l'Italia fanalino di coda: il quadro attuale degli aiuti europei ai paesi in sviluppo (pvs) e' chiaramente negativo, e il Bel Paese e' addirittura l'ultimo fra i 15 'vecchi' Stati Ue nella lista dei donatori del Vecchio Continente sul fronte della cooperazione alle nazioni emergenti o povere. A denunciare il consistente ritardo accumulato dai ricchi paesi europei sono tre dei principali protagonisti del settore - ActionAid, Eurodad e Oxfam -, che in un rapporto titolato 'I buoni e i cattivi' esaminano, con dati e analisi, le politiche degli aiuti dell'Ue. La scelta della data della pubblicazione del documento non e' casuale, visto che domani s'incontrano in Lussemburgo i ministri della cooperazione e lo sviluppo dell'Ue per discutere le strategie della lotta contro la poverta'. Nell'opinione pubblica, e fra i governi, sono d'altra parte ancora molto fresche le immagini del maremoto che il 26 dicembre scorso ha devastato ampie regioni di Indonesia, Thailandia, Sri Landa, India e altri paesi asiatici. In parte anche a causa dell'eco suscitato dal maremoto, nelle ultime settimane a Bruxelles si e' parlato spesso di strategie per favorire la crescita e lo sviluppo nel mondo, in Asia ma anche in Africa e in America Latina. Giovedi' i ministri delle finanze dell'Ue affronteranno per esempio un'idea concreta di cui si parla da tempo, e cioe' l'eventuale introduzione di una tassa sul combustibile degli aerei allo scopo di finanziare gli aiuti alla cooperazione. Della questione si e' parlato nei giorni scorsi a Davos e il ministro tedesco delle finanze, Hans Eichel, si e' detto ''fiducioso'' sul fatto che la proposta venga ben accolta dai colleghi. La Commissione Ue non ha pero' per il momento ''una sua opinione al riguardo, non avendone discusso'', ha precisato il portavoce del commissario allo sviluppo, Louis Michel. TRE PUNTI CHIAVE. In attesa che la Commissione e gli stati membri dell'Ue precisino le proprie scelte per il futuro, il documento presentato oggi ricorda che ''ogni settimana la poverta' uccide molte piu' persone del maremoto asiatico''. Anche se per far emergere dalla poverta' un pvs le ricette magiche non esistono, il documento individua quelli che sono ''i tre fronti chiave'' in cui l'Ue puo' lavorare in futuro, e cioe' ''aumentare la quantita' e migliorare la qualita' degli aiuti, alleggerire il fardello del debito estero insostenibile, adottare regole piu' eque per il commercio internazionale''. ITALIA IN FONDO. I dati dei ''buoni e cattivi'' indicano d'altra parte molto chiaramente che ''l'Ue e' molto lontana all'obiettivo dello 0,7% del Pil destinato agli aiuti entro il 2010''. Il documento segnala paese per paese quello che e' il comportamento concreto dei governi delle nazioni industrializzate nella lotta al sottosviluppo. L'Italia ne esce con le ossa rotte, visto che ''destina agli aiuti internazionali lo 0,17% del Pil, ultima della lista dei donatori europei, escludendo i nuovi paesi membri dell'Ue'', sottolinea il rapporto, che rileva inoltre come il nostro paese destina solo lo 0,57% degli aiuti ai servizi sociali di base. Regno Unito, Belgio, Portogallo e Svezia indirizzano invece meno del 5% dei loro aiuti a servizi sanitari, scolastici e di potabilizzazione dell'acqua. Il documento definisce d'altra parte ''inaccettabile'' la posizione dell'Italia, che - si precisa - ''non mette a disposizione dati aggiornati dal 2001, quando il 92% degli aiuti bilaterali che il Paese devolveva al sud del mondo doveva essere spesa in beni e servizi forniti da aziende italiane''. Alcuni degli altri 'big' dell'Europa presentano dati altrettanto non lusinghieri: ''stando alle stime attuali, la Germania raggiungere l'obiettivo dello 0,7% del Pil in aiuti solo nel 2087'', segnala il documento, che individua molto chiaramente quelli che sono i ''campioni'' della cooperazione Ue, e cioe' i 'soliti noti' del nord Europa: Danimarca (0,84% del Pil in aiuti), Lussemburgo (0,8%), Svezia (0,7%). (ANSA). RIG
http://www.oxfam.org/eng/pr050214_heroes.htm
http://www.oxfam.org/eng/pdfs/EU%20Heroes%20and%20Villains%20FINAL%2011.2.05.pdf
(ANSA) - BRUXELLES, 14 FEB - Fra i 15 paesi 'vecchi' dell'Ue, l'Italia e' l'ultima della lista dei donatori europei sul fronte degli aiuti internazionali ai paesi in sviluppo: lo afferma un rapporto titolato 'I buoni e i cattivi'' dell'Ue reso noto oggi da ActionAid, Eurodad e Oxfam. Pubblicato in coincidenza con l'incontro domani in Lussemburgo dei ministri della cooperazione dei Venticinque per discutere le strategie contro la lotta nel mondo, il documento sottolinea che l'Italia ''destina agli aiuti internazionali lo 0,17% del Pil, ultima della lista dei donatori europei, escludendo i nuovi paesi membri''. Le tre ong ricordano inoltre che l'Italia destina solo lo 0,57% degli aiuti ai servizi sociali di base. Regno Unito, Belgio, Portogallo e Svezia indirizzano invece meno del 5% dei loro aiuti a servizi sanitari, scolastici e di potabilizzazione dell'acqua. Il documento definisce d'altra parte ''inaccettabile'' la posizione dell'Italia, che - si precisa - ''non mette a disposizione dati aggiornati dal 2001, quando il 92% degli aiuti bilaterali che il Paese devolveva al sud del mondo doveva essere spesa in beni e servizi forniti da aziende italiane''. (ANSA) RIG
COOPERAZIONE: ITALIA ACCUMULA RITARDI PER AIUTI A PVS /ANSA
(di Martino Rigacci) (ANSA) - BRUXELLES, 14 FEB - Una situazione piena di ''ombre'', con l'Italia fanalino di coda: il quadro attuale degli aiuti europei ai paesi in sviluppo (pvs) e' chiaramente negativo, e il Bel Paese e' addirittura l'ultimo fra i 15 'vecchi' Stati Ue nella lista dei donatori del Vecchio Continente sul fronte della cooperazione alle nazioni emergenti o povere. A denunciare il consistente ritardo accumulato dai ricchi paesi europei sono tre dei principali protagonisti del settore - ActionAid, Eurodad e Oxfam -, che in un rapporto titolato 'I buoni e i cattivi' esaminano, con dati e analisi, le politiche degli aiuti dell'Ue. La scelta della data della pubblicazione del documento non e' casuale, visto che domani s'incontrano in Lussemburgo i ministri della cooperazione e lo sviluppo dell'Ue per discutere le strategie della lotta contro la poverta'. Nell'opinione pubblica, e fra i governi, sono d'altra parte ancora molto fresche le immagini del maremoto che il 26 dicembre scorso ha devastato ampie regioni di Indonesia, Thailandia, Sri Landa, India e altri paesi asiatici. In parte anche a causa dell'eco suscitato dal maremoto, nelle ultime settimane a Bruxelles si e' parlato spesso di strategie per favorire la crescita e lo sviluppo nel mondo, in Asia ma anche in Africa e in America Latina. Giovedi' i ministri delle finanze dell'Ue affronteranno per esempio un'idea concreta di cui si parla da tempo, e cioe' l'eventuale introduzione di una tassa sul combustibile degli aerei allo scopo di finanziare gli aiuti alla cooperazione. Della questione si e' parlato nei giorni scorsi a Davos e il ministro tedesco delle finanze, Hans Eichel, si e' detto ''fiducioso'' sul fatto che la proposta venga ben accolta dai colleghi. La Commissione Ue non ha pero' per il momento ''una sua opinione al riguardo, non avendone discusso'', ha precisato il portavoce del commissario allo sviluppo, Louis Michel. TRE PUNTI CHIAVE. In attesa che la Commissione e gli stati membri dell'Ue precisino le proprie scelte per il futuro, il documento presentato oggi ricorda che ''ogni settimana la poverta' uccide molte piu' persone del maremoto asiatico''. Anche se per far emergere dalla poverta' un pvs le ricette magiche non esistono, il documento individua quelli che sono ''i tre fronti chiave'' in cui l'Ue puo' lavorare in futuro, e cioe' ''aumentare la quantita' e migliorare la qualita' degli aiuti, alleggerire il fardello del debito estero insostenibile, adottare regole piu' eque per il commercio internazionale''. ITALIA IN FONDO. I dati dei ''buoni e cattivi'' indicano d'altra parte molto chiaramente che ''l'Ue e' molto lontana all'obiettivo dello 0,7% del Pil destinato agli aiuti entro il 2010''. Il documento segnala paese per paese quello che e' il comportamento concreto dei governi delle nazioni industrializzate nella lotta al sottosviluppo. L'Italia ne esce con le ossa rotte, visto che ''destina agli aiuti internazionali lo 0,17% del Pil, ultima della lista dei donatori europei, escludendo i nuovi paesi membri dell'Ue'', sottolinea il rapporto, che rileva inoltre come il nostro paese destina solo lo 0,57% degli aiuti ai servizi sociali di base. Regno Unito, Belgio, Portogallo e Svezia indirizzano invece meno del 5% dei loro aiuti a servizi sanitari, scolastici e di potabilizzazione dell'acqua. Il documento definisce d'altra parte ''inaccettabile'' la posizione dell'Italia, che - si precisa - ''non mette a disposizione dati aggiornati dal 2001, quando il 92% degli aiuti bilaterali che il Paese devolveva al sud del mondo doveva essere spesa in beni e servizi forniti da aziende italiane''. Alcuni degli altri 'big' dell'Europa presentano dati altrettanto non lusinghieri: ''stando alle stime attuali, la Germania raggiungere l'obiettivo dello 0,7% del Pil in aiuti solo nel 2087'', segnala il documento, che individua molto chiaramente quelli che sono i ''campioni'' della cooperazione Ue, e cioe' i 'soliti noti' del nord Europa: Danimarca (0,84% del Pil in aiuti), Lussemburgo (0,8%), Svezia (0,7%). (ANSA). RIG
http://www.oxfam.org/eng/pr050214_heroes.htm
http://www.oxfam.org/eng/pdfs/EU%20Heroes%20and%20Villains%20FINAL%2011.2.05.pdf
0 Comments:
Post a Comment
<< Home