morti favela per piogge - banca asiatica: 2 milioni di poveri - tregua sandinisti - olimpiadi in kenia? - venezuela, prime espropriaz
BRAZIL 13/1/2005 2:21
MORTI IN ‘FAVELA’ PER FORTI PIOGGE A SÃO PAULO
General, Brief
Almeno otto bambini e un adulto sono morti nella ‘favela’ di Saõ Bernando do Campo, nell’area metropolitana di São Paulo, per una frana causata dalle porti piogge abbattutesi in questi giorni sulla regione. L’ultimo cadavere estratto dal fango ieri pomeriggio è stato quello di una bambina di quattro anni, mentre altre otto persone sono state affidate ai soccorritori, ma non si hanno per ora notizie sul loro stato di salute. Al momento non è stato possibile identificare le vittime né il numero delle baracche danneggiate dalla frana. Secondo il quotidiano ‘A Folha’, il maltempo ha mietuto la vita di un’altra bambina nella favela Girassol, mentre a Santo Andrè, sempre a São Paulo, è stata recuperata ancora viva una piccola brasiliana sepolta dal fango. Il municipio di Saõ Bernando do Campo è stato completamente allagato e le piogge hanno danneggiato alcuni autoveicoli che sostavano davanti all’edificio, ma per fortuna sembra non vi siano state vittime. Il Centro per le emergenze della metropoli ha registrato almeno sei zone di allagamento, dove l’acqua ha invaso case e strade, provocando anche l’interruzione della corrente elettrica. [LM]
ASIA 13/1/2005 11:02
DOPO MAREMOTO: BANCA ASIATICA PER SVILUPPO, DUE MILIONI DI POVERI PER TSUNAMI
Politics/Economy, Brief
Rischia di provocare anche due milioni di nuovi poveri – di cui la metà nella sola Indonesia - lo tsunami che lo scorso 26 dicembre ha ucciso almeno 150.000 persone nel sud-est asiatico: è questo “l’enorme” impatto ipotizzato dalla Banca asiatica per lo sviluppo in uno studio socio-economico presentato oggi a Manila. “La povertà è potenzialmente l’effetto più importante di questo disastro naturale” ha detto il responsabile finanziario della Banca, Ifzal Ali, secondo cui le conseguenze del maremoto si abbatteranno soprattutto sulle fasce più povere della popolazione mentre a livello generale l’economia della regione avrà ricadute minime e in alcuni casi persino dei benefici. Il numero di poveri – stando alle proiezioni dell’istituzione finanziaria di Manila – potrebbe crescere di circa 645.000 unità in India e 250.000 in Sri Lanka; nelle Maldive, dove l’onda lunga ha sommerso le abitazioni di metà popolazione, oltre il 50% degli abitanti potrebbe trovarsi in povertà. L’indagine ricorda che già prima del devastante cataclisma circa 300 milioni di persone nel sud-est asiatico vivevano sotto la soglia di povertà, cioè con una cifra compresa tra 25 e 78 centesimi di dollaro al giorno. Ali ha espresso anche alcune riserve sulla moratoria del debito annunciata ieri dai 19 Paesi creditori del Club di Parigi, sulla quale “occorre almeno una parola di cautela”. Secondo il l’economista della Banca asiatica questo provvedimento si addice meglio a Sri Lanka e Maldive – dove l’impatto dello tsunami sull’economia rallenterebbe la crescita – mentre per grandi Paesi come l’Indonesia e la Thailandia l’annullamento del debito “può portare immediato sollievo, ma manda anche un forte messaggio negativo ai mercati”. [EB]
NICARAGUA 13/1/2005 11:33
A SORPRESA, RAGGIUNTA ‘TREGUA’ TRA PRESIDENTE E SANDINISTI
Politics/Economy, Brief
Alla presenza del cardinale Miguel Obando y Bravo e del rappresentante delle Nazioni Unite in Nicaragua, Jorge Chediek, il dirigente sandinista Daniel Ortega ha firmato un accordo col presidente Enrique Bolaños, impegnandosi a far sì che questi eserciti regolarmente il suo mandato fino alla scadenza, fissata nel gennaio 2007. La ‘tregua’ tra il capo dell’opposizione e il capo dello Stato giunge dopo settimane di alta tensione e il varo, in prima lettura, di alcune riforme costituzionali promosse da sandinisti e liberali vicini all’ex-presidente Arnoldo Alemán, mirate a limitare i poteri del governo. Secondo l’intesa, denominata ‘acuerdo por el diálogo nacional’, esecutivo e Parlamento rinnoveranno gli sforzi per aprire un ‘dialogo nazionale’ e lavorare di comune accordo “per il bene del Paese”. Al faccia-a-faccia tra Ortega e Bolaños, che ha sorpreso gran parte della classe politica nicaraguense, non era presente Alemán, relegato nella sua residenza di ‘El Chile’, poco fuori Managua, dove sta scontando una condanna per corruzione. Ortega ha assicurato che l’accordo verrà sottoposto “quanto prima” anche ad Alemán. [FB]
KENYA 13/1/2005 11:44
OLIMPIADI IN AFRICA? I KENIANI HANNO UN SOGNO…
Sport, Brief
Dopo essere stato il primo Paese africano a vincere una medaglia d’oro alle Olimpiadi – a Città del Messico, nel 1968 – ora il Kenya si candida ufficialmente a organizzarle nel continente: “Vogliamo far sapere al mondo che parteciperemo alla selezione per ospitare i Giochi Olimpici del 2016”. Lo ha detto ieri, col tono delle grandi occasioni, il ministro dello sport Ochillo Ayacko a Jacques Rooge, il potente presidente del Comitato olimpico internazionale (Cio), in visita a Nairobi. Già nel 1968 l’allora ministro dello sport Ronald Ngala si propose per ospitare i Giochi del 1980: “Ma quel desiderio non si è materializzato e noi vogliamo continuare a inseguire questo sogno” ha detto l’attuale responsabile governativo per le attività sportive. Tra cinque anni il continente nero ospiterà per la prima volta un evento planetario come i Campionati del mondo di calcio, che si svolgeranno in Sudafrica; il governo di Pretoria aveva già ottenuto un dignitoso “terzo posto” alla candidatura per le Olimpiadi del 2008, vinta da Pechino. Fu Keino Kipchoge – all’epoca un agente di polizia dall’andatura svelta, oggi presidente del Comitato olimpico del Kenya – il primo africano a salire sul gradino più alto del podio: medaglia d’oro dei 1.500 metri (e d’argento dei 5.000). Nell’aria rarefatta di Città del Messico, adatta più ai velocisti che ai mezzofondisti, l’atleta keniano aprì la porta del predominio africano nell’atletica internazionale che dura ancora oggi, come confermano gli ultimi Giochi di Atene. Il capo del Cio ha però ‘gelato’ gli entusiasmi locali, ricordando che ci sono solo quattro anni di tempo alla scadenza della candidatura nel luglio 2009. Non solo, ma Rogge ha sottolineato la necessità - per l'organizzazione di un tale evento - di enormi risorse. Che finora nessuno – tra sponsor e ‘multinazionali’ dello sport - ha pensato di mettere a disposizione dei keniani. [EB]
VENEZUELA 13/1/2005 10:28
RIFORMA AGRARIA, PARTITE PRIME ESPROPRIAZIONI
Politics/Economy, Brief
Otto proprietà rurali situate nello Stato centrale di Cojedes, con un’estensione di 50.000 ettari, sono state espropriate in base alla ‘Ley de Tierras’ voluta dal presidente Hugo Chávez perché considerate improduttive: si tratta della prima azione giudiziaria seguita alla firma del decreto attuativo della legge, promulgata da Chávez alla fine del 2001 e seguita da massicce proteste di piazza, sfociate in seguito nel tentato golpe dell’aprile 2002. Anche a Maracaibo, il sindaco Giancarlo Di Martino ha ordinato l’esproprio di 25 ettari di terra nei settori centrale e sudorientale della seconda città del Paese, annunciando che si appresta a fare altrettanto con 30 chilometri di costa del lago di Maracaibo, al momento inutilizzati, per costruirvi impianti sportivi, case popolari e strutture turistiche. Come Chávez ha già avuto occasione di spiegare nei giorni scorsi, l’obiettivo della ‘Ley de Tierras’ è “stabilire un meccanismo statale per cui le terre incolte siano inserite nel processo produttivo nazionale”. Non solo: secondo il capo dello Stato, la ‘lotta al latifondo’, intende rilanciare lo sviluppo agricolo del Paese, quinto esportatore mondiale di greggio, e “porre fine alla dipendenza alimentare del Venezuela, costretto oggi a importare l’80% degli alimenti che consuma”. [FB]
Copyright Misna
MORTI IN ‘FAVELA’ PER FORTI PIOGGE A SÃO PAULO
General, Brief
Almeno otto bambini e un adulto sono morti nella ‘favela’ di Saõ Bernando do Campo, nell’area metropolitana di São Paulo, per una frana causata dalle porti piogge abbattutesi in questi giorni sulla regione. L’ultimo cadavere estratto dal fango ieri pomeriggio è stato quello di una bambina di quattro anni, mentre altre otto persone sono state affidate ai soccorritori, ma non si hanno per ora notizie sul loro stato di salute. Al momento non è stato possibile identificare le vittime né il numero delle baracche danneggiate dalla frana. Secondo il quotidiano ‘A Folha’, il maltempo ha mietuto la vita di un’altra bambina nella favela Girassol, mentre a Santo Andrè, sempre a São Paulo, è stata recuperata ancora viva una piccola brasiliana sepolta dal fango. Il municipio di Saõ Bernando do Campo è stato completamente allagato e le piogge hanno danneggiato alcuni autoveicoli che sostavano davanti all’edificio, ma per fortuna sembra non vi siano state vittime. Il Centro per le emergenze della metropoli ha registrato almeno sei zone di allagamento, dove l’acqua ha invaso case e strade, provocando anche l’interruzione della corrente elettrica. [LM]
ASIA 13/1/2005 11:02
DOPO MAREMOTO: BANCA ASIATICA PER SVILUPPO, DUE MILIONI DI POVERI PER TSUNAMI
Politics/Economy, Brief
Rischia di provocare anche due milioni di nuovi poveri – di cui la metà nella sola Indonesia - lo tsunami che lo scorso 26 dicembre ha ucciso almeno 150.000 persone nel sud-est asiatico: è questo “l’enorme” impatto ipotizzato dalla Banca asiatica per lo sviluppo in uno studio socio-economico presentato oggi a Manila. “La povertà è potenzialmente l’effetto più importante di questo disastro naturale” ha detto il responsabile finanziario della Banca, Ifzal Ali, secondo cui le conseguenze del maremoto si abbatteranno soprattutto sulle fasce più povere della popolazione mentre a livello generale l’economia della regione avrà ricadute minime e in alcuni casi persino dei benefici. Il numero di poveri – stando alle proiezioni dell’istituzione finanziaria di Manila – potrebbe crescere di circa 645.000 unità in India e 250.000 in Sri Lanka; nelle Maldive, dove l’onda lunga ha sommerso le abitazioni di metà popolazione, oltre il 50% degli abitanti potrebbe trovarsi in povertà. L’indagine ricorda che già prima del devastante cataclisma circa 300 milioni di persone nel sud-est asiatico vivevano sotto la soglia di povertà, cioè con una cifra compresa tra 25 e 78 centesimi di dollaro al giorno. Ali ha espresso anche alcune riserve sulla moratoria del debito annunciata ieri dai 19 Paesi creditori del Club di Parigi, sulla quale “occorre almeno una parola di cautela”. Secondo il l’economista della Banca asiatica questo provvedimento si addice meglio a Sri Lanka e Maldive – dove l’impatto dello tsunami sull’economia rallenterebbe la crescita – mentre per grandi Paesi come l’Indonesia e la Thailandia l’annullamento del debito “può portare immediato sollievo, ma manda anche un forte messaggio negativo ai mercati”. [EB]
NICARAGUA 13/1/2005 11:33
A SORPRESA, RAGGIUNTA ‘TREGUA’ TRA PRESIDENTE E SANDINISTI
Politics/Economy, Brief
Alla presenza del cardinale Miguel Obando y Bravo e del rappresentante delle Nazioni Unite in Nicaragua, Jorge Chediek, il dirigente sandinista Daniel Ortega ha firmato un accordo col presidente Enrique Bolaños, impegnandosi a far sì che questi eserciti regolarmente il suo mandato fino alla scadenza, fissata nel gennaio 2007. La ‘tregua’ tra il capo dell’opposizione e il capo dello Stato giunge dopo settimane di alta tensione e il varo, in prima lettura, di alcune riforme costituzionali promosse da sandinisti e liberali vicini all’ex-presidente Arnoldo Alemán, mirate a limitare i poteri del governo. Secondo l’intesa, denominata ‘acuerdo por el diálogo nacional’, esecutivo e Parlamento rinnoveranno gli sforzi per aprire un ‘dialogo nazionale’ e lavorare di comune accordo “per il bene del Paese”. Al faccia-a-faccia tra Ortega e Bolaños, che ha sorpreso gran parte della classe politica nicaraguense, non era presente Alemán, relegato nella sua residenza di ‘El Chile’, poco fuori Managua, dove sta scontando una condanna per corruzione. Ortega ha assicurato che l’accordo verrà sottoposto “quanto prima” anche ad Alemán. [FB]
KENYA 13/1/2005 11:44
OLIMPIADI IN AFRICA? I KENIANI HANNO UN SOGNO…
Sport, Brief
Dopo essere stato il primo Paese africano a vincere una medaglia d’oro alle Olimpiadi – a Città del Messico, nel 1968 – ora il Kenya si candida ufficialmente a organizzarle nel continente: “Vogliamo far sapere al mondo che parteciperemo alla selezione per ospitare i Giochi Olimpici del 2016”. Lo ha detto ieri, col tono delle grandi occasioni, il ministro dello sport Ochillo Ayacko a Jacques Rooge, il potente presidente del Comitato olimpico internazionale (Cio), in visita a Nairobi. Già nel 1968 l’allora ministro dello sport Ronald Ngala si propose per ospitare i Giochi del 1980: “Ma quel desiderio non si è materializzato e noi vogliamo continuare a inseguire questo sogno” ha detto l’attuale responsabile governativo per le attività sportive. Tra cinque anni il continente nero ospiterà per la prima volta un evento planetario come i Campionati del mondo di calcio, che si svolgeranno in Sudafrica; il governo di Pretoria aveva già ottenuto un dignitoso “terzo posto” alla candidatura per le Olimpiadi del 2008, vinta da Pechino. Fu Keino Kipchoge – all’epoca un agente di polizia dall’andatura svelta, oggi presidente del Comitato olimpico del Kenya – il primo africano a salire sul gradino più alto del podio: medaglia d’oro dei 1.500 metri (e d’argento dei 5.000). Nell’aria rarefatta di Città del Messico, adatta più ai velocisti che ai mezzofondisti, l’atleta keniano aprì la porta del predominio africano nell’atletica internazionale che dura ancora oggi, come confermano gli ultimi Giochi di Atene. Il capo del Cio ha però ‘gelato’ gli entusiasmi locali, ricordando che ci sono solo quattro anni di tempo alla scadenza della candidatura nel luglio 2009. Non solo, ma Rogge ha sottolineato la necessità - per l'organizzazione di un tale evento - di enormi risorse. Che finora nessuno – tra sponsor e ‘multinazionali’ dello sport - ha pensato di mettere a disposizione dei keniani. [EB]
VENEZUELA 13/1/2005 10:28
RIFORMA AGRARIA, PARTITE PRIME ESPROPRIAZIONI
Politics/Economy, Brief
Otto proprietà rurali situate nello Stato centrale di Cojedes, con un’estensione di 50.000 ettari, sono state espropriate in base alla ‘Ley de Tierras’ voluta dal presidente Hugo Chávez perché considerate improduttive: si tratta della prima azione giudiziaria seguita alla firma del decreto attuativo della legge, promulgata da Chávez alla fine del 2001 e seguita da massicce proteste di piazza, sfociate in seguito nel tentato golpe dell’aprile 2002. Anche a Maracaibo, il sindaco Giancarlo Di Martino ha ordinato l’esproprio di 25 ettari di terra nei settori centrale e sudorientale della seconda città del Paese, annunciando che si appresta a fare altrettanto con 30 chilometri di costa del lago di Maracaibo, al momento inutilizzati, per costruirvi impianti sportivi, case popolari e strutture turistiche. Come Chávez ha già avuto occasione di spiegare nei giorni scorsi, l’obiettivo della ‘Ley de Tierras’ è “stabilire un meccanismo statale per cui le terre incolte siano inserite nel processo produttivo nazionale”. Non solo: secondo il capo dello Stato, la ‘lotta al latifondo’, intende rilanciare lo sviluppo agricolo del Paese, quinto esportatore mondiale di greggio, e “porre fine alla dipendenza alimentare del Venezuela, costretto oggi a importare l’80% degli alimenti che consuma”. [FB]
Copyright Misna
0 Comments:
Post a Comment
<< Home