Wednesday, September 27, 2006

Juventus-Inter, è già rivincita

CALCIOPOLI  BORRELLI ALLA STAMPA: DA TELECOM UN FILONE NUOVO
Juventus-Inter, è già rivincita
di STEFANO BALDOLINI
Europa Quotidiano, mercoledì 27 settembre 2006

C’è aria di rivincita sull’asse Torino-Milano. La Juventus (e tutto ciò che rappresenta) non lo dice ma vorrebbe tanto la revoca dello scudetto dell’Inter (e a tutto ciò che rappresenta), e pure qualcosa in più. La Stampa dà fuoco alle polveri.
Intervista martedì scorso il capo ufficio indagini della Federcalcio, il dimissionario Francesco Saverio Borrelli, e gli fa dire che «da Telecom può nascere un filone nuovo per Calciopoli ».
Non bastano gli auspici del presidente di Lega calcio Antonio Matarrese, che ieri s’è affrettato a dichiarare «chiuso» il periodo delle intercettazioni.
In un clima di guerriglia, Massimo Moratti quasi esprime rammarico per non aver fatto pedinare l’arbitro De Santis, e aggiunge che alla luce della reazione «smodata, scomposta, di tutto un certo mondo, condannato, e di tutti quelli che gli stanno intorno, quasi gli dispiace» di non essere andato a fondo «due anni fa, quando avremmo risolto il problema». E non manca la “rivendicazione” del “mister”. Così Roberto Mancini dice che se De Santis «ha preso quattro anni di squalifica probabilmente c’era una ragione per farlo pedinare».
E la guerriglia calcistica manda in soffitta l’asse Torino-Milano, la regione policentrica, l’alleanza strategica, l’Alta velocità.
Lontani i tempi – era l’ottobre del 2004, a Cernobbio – quando allo stesso Tronchetti Provera («la volontà collettiva c’è, togliamo le rigidità») rispondeva Cesare Romiti («cominciamo dagli uomini, dagli atenei, dalla formazione»). Quando l’allora presidente della Telecom spiegava che servivano le infrastrutture per potenziare l’asse Mi-To su cui si muovevano già i Telecom Italia Labs, o i Pirelli Labs.
Ora è muro contro muro. E più di un’avvisaglia dell’apertura dell’ostilità, s’era avuta con la fusione San Paolo-Intesa. Ma quella era alta finanza, siamo pur sempre in Italia, e oggi che potrebbe riaprirsi il capitolo calcio, e un’inchiesta Figc sul caso Inter-De Santis, capisci che le cose si fanno serie. Con la capitale morale del paese che chiede “giustizia vera” contro la «clemenza cialtrona», di cui parlava Roberto Beccantini, sempre sulla Stampa all’indomani delle sentenze che spedirono la Juve in B, e di cui avrebbero beneficiato i moralizzatori dell’ultima ora (l’Inter) o i veri potenti (il Milan).
Tutto questo mentre Borrelli chiede conferme al ministro dello sport Melandri, al neo commissario Pancalli, e si prodiga in un botta e risposta con Matarrese. Mentre Luciano Moggi da Matrix, il programma di Mentana, attacca pesantemente Guido Rossi: «Milano, Inter, Telecom. Moratti, Rossi e Tronchetti Provera, sono soci delle stesse cose. Ha fatto quello che doveva fare ed è tornato alla casa madre».
Così se il senatore di An, Achille Totaro, chiede il blocco del campionato e presenta un’interrogazione parlamentare; se il tam tam delle radio romane inizia a lanciare il mantra dello scudetto che vedrebbe il campionato scorso tolto ai neroazzurri e assegnato ai giallorossi, viene da pensare se la «zona grigia» che ci sarebbe in Italia, quella paventata da Tronchetti nella prima conferenza stampa da ex presidente Telecom, non sia proprio quest’enorme campo di battaglia, infrastrutturato, ricco e sviluppato, sull’asse Torino-Milano.
Fosse davvero così, gli unici ad essere davvero contenti sarebbero i sindaci delle «terre di mezzo », preoccupati per il futuro del territorio tra i due poli, che rischiava di essere tagliato fuori.

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