Friday, February 11, 2005

LA CORRUZIONE SPAVENTA GLI INVESTITORI STRANIERI

KENYA 11/2/2005 1:37
LA CORRUZIONE SPAVENTA GLI INVESTITORI STRANIERI
Politics/Economy, Standard
Come previsto, le dimissioni, lunedì scorso, del consigliere del presidente keniano in materia di lotta alla corruzione stanno scatenando una vera e propria bufera politica. In seguito alla decisione di John Githongo, questo il nome dell’esperto del presidente Mwai Kibaki, di lasciare il proprio incarico perché non più “capace di continuare a servire il governo del Kenya”, le critiche internazionali al dilagare della corruzione nel Paese si sono fatte numerose e serrate, provocando numerose reazioni anche tra gli stessi esponenti del governo di Nairobi. Il ministro per le pianificazioni, Anyang Nyong’o, ha fatto sapere che nelle ultime ore otto Paesi occidentali – tra cui Canada e Stati Uniti – hanno diffuso un documento in cui si sostiene che le dimissioni di Githongo pongono “una minaccia estremamente seria alla credibilità della politica del governo in materia di corruzione”. La rinuncia di Githongo rappresenta, infatti, il secondo pesante colpo alla volontà di lottare contro la corruzione nel Paese (cavallo di battaglia dell'attuale presidente Mwai Kibaki nel corso della campagna elettorale), dopo che lo scorso settembre anche il presidente della speciale Commissione Anti-corruzione (Kacc) aveva lasciato il proprio incarico. La lotta alla corruzione e alla concussione è stata lanciata dall'attuale governo per rispondere alle pressioni dei finanziatori internazionali. Recentemente l’Unione Europea aveva minacciato Nairobi di sospendere un finanziamento speciale di circa 83 milioni di euro se il governo non avesse rafforzato quanto prima i sistemi di monitoraggio necessari per una gestione trasparente dei fondi. Un atteggiamento simile è stato adottato anche dal Fondo monetario internazionale (Fmi) e da altri donors. Il grande livello di corruzione durante la gestione del precedente governo, quello guidato dal presidente Daniel Arap Moi (al potere per 25 anni), aveva portato la comunità internazionale a congelare per ben tre anni i fondi destinati al Paese dell'Africa orientale. Nei giorni scorsi le polemiche sulla corruzione in Kenya si sono improvvisamente riaccese dopo che l'ambasciatore britannico a Nairobi, Edward Clay, aveva attaccato il governo, sostenendo che ancora oggi "la sottrazione massiccia di fondi pubblici e grandi episodi di corruzione continuano ad avere un impatto pesante sull'economia nazionale". Le parole del diplomatico avevano suscitato la ferma reazione del governo keniano che aveva accusato Clay di voler gettare fango sulle istituzioni nazionali in rappresaglia per la perdita, da parte di imprese britanniche di alcuni importanti contratti col governo di Nairobi. Ma in un’intervista pubblicata ieri da uno dei principali quotidiani del Paese, il Daily Nation, lo stesso vice-presidente keniano Moody Awori, è stato costretto ad ammettere che “alte sfere del governo sono coinvolte in massicce attività di corruzione”. Accuse e discussioni, ha detto oggi il ministro per le pianificazioni Nyong’o durante un incontro con i rappresentanti del settore privato, che non rappresentano solo un terremoto politico per il Kenya ma che stanno diventando una seria minaccia all’economia del Paese. “Il risultato di tutto questo dibattito è una perdita di credibilità di fronte agli investitori locali e internazionali. Perdita che si trasformerà in una riduzione degli investimenti, che vorrà dire meno lavoro e quindi più povertà” ha sottolineato Nyong’o, aggiungendo che alcuni partner commerciali avrebbero già cominciato a tagliare i fondi destinati al Kenya. Nyong’o si è poi unito all’appello lanciato dal ministro della Sanità secondo cui se i ministri corrotti non lasceranno la squadra di governo, allora l’interno gabinetto dovrebbe essere costretto alle dimissioni. Durante una conferenza stampa, il ministro della giustizia e degli Affari Costituzionali, Kiraitu Murungi, ha invece chiamato a raccolta tutte le forze che intendono combattere la corruzione, sottolineando come le dimissioni di Githongo siano arrivate “proprio nel momento in cui il la lotta alla corruzione sta per entrare nella sua fase cruciale. Una fase molto intensa”. “Non possiamo combattere questo fenomeno scappando – ha aggiunto il ministro – anche se il momento è difficile è importante che tutte le forze impegnate a contrastare la corruzione si uniscano e combattano insieme."[MZ]

Kenya launches corruption inquiry
Kenya's President Mwai Kibaki has ordered an inquiry into corruption as a graft scandal engulfs his government.
Mr Kibaki was elected in 2002 on a pledge to clean up government but many Kenyans doubt he remains so committed.
An audit of the country's security contract bidding process was launched last year after protests over a $34m deal given to a French firm.
The report has revealed details about how contracts are awarded that Mr Kibaki says must be examined.
Two ministers have threatened to resign and Vice-President Moody Awori admits there is "massive corruption" at senior levels.
The US has already suspended funding to Kenya and the EU has warned that corruption must be tackled.
'Top brass' involvement
Mr Kibaki said the audit had raised questions, and told Kenya's anti-corruption commission "to move with speed and act appropriately... to ensure there is no loss of government funds".
Health Minister Charity Ngilu said that if corrupt ministers did not leave, the entire cabinet should be sacked.
First Planning Minister Peter Anyang' Nyong'o backed her call.
We cannot fight corruption by running away Kiraitu Murungi Justice Minister
"The president must take decisive action to save the government and the country from this ignominy," he said.
The EU has warned that aid could once more be suspended if corruption is not tackled.
Most donors cut off aid under former President Daniel arap Moi, citing corruption. They restored funding under Mr Kibaki.
"We share the deep concern evidently felt by the Kenyan people about the lack of good governance within the government of Kenya and the damage it causes to the nation's welfare and the effective operation of its institutions," the EU said in a statement.
'Threatened'
The president's top anti-corruption adviser, John Githongo, resigned earlier this week.
On Wednesday, a former colleague told the BBC she had spoken briefly to Mr Githongo since his resignation and that he felt the government, and President Kibaki, was no longer committed to stopping corruption.
Mr Githongo, a veteran anti-corruption campaigner under Mr Moi, was appointed just a month after Mr Kibaki's inauguration, to oversee his fight against corruption.
Following Mr Githongo's resignation, the US announced it was suspending funding for Kenya's anti-corruption efforts.
Last week, UK High Commissioner to Kenya Sir Edward Clay said "massive looting" was continuing and that he knew of at least 20 dubious public contracts.
But Justice Minister Kiraitu Murungi warned diplomats not to behave as "local partisan political activists".
In apparent reference to Mr Githongo, he said: "We cannot fight corruption by running away."
A Transparency International survey of perceived corruption rated Kenya 122nd out of 133 countries in 2003.
Public hearings into Kenya's biggest ever corruption investigation, which has become known as the Goldenberg affair, have finished nearly two years after the first witness gave evidence.
The inquiry looked at how the previous government of President Moi paid out hundreds of millions of dollars during the early 1990s for non-existent exports of gold and diamonds.
Story from BBC NEWS:
http://news.bbc.co.uk/go/pr/fr/-/2/hi/africa/4255739.stmPublished: 2005/02/10 23:10:34 GMT© BBC MMV

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