varie Misna - swissinfo
CHILE 18/1/2005 13:16
FALSO TSUNAMI A CONCEPCIÓN, UN MORTO E MIGLIAIA SFOLLATI
General, Brief
È bastata una voce, ieri, per provocare scene di panico e una fuga di massa da Concepción, città costiera circa 500 chilometri a sud della capitale Santiago. Improvvisamente, nel bel mezzo della notte, la falsa notizia dell’avvicinarsi di uno tsunami ha provocato una fuga generalizzata e incidenti a ripetizione. Circa 12.000 persone hanno abbandonato le loro case per cercare scampo nell’interno e almeno una ventina di loro sono rimaste ferite. Una donna, Rosario Balladar Echeverría, 68 anni, invece, è morta d’infarto per lo spavento. Le autorità stanno indagando sulla vicenda, me secondo fonti giornalistiche locali sembra che la voce sia stata messa in circolazione intorno alle 2:00 del mattino da alcuni pescatori appena rientrati in porto. L’Ufficio nazionale d’emergenza ha smentito categoricamente qualsiasi fenomeno anomalo nell’area. Secondo il capo della Protezione civile, Carmen Fernández, “non è stata registrata ness’onda più grande del normale. Si tratta di fenomeni d’isteria collettiva originati da voci infondate, attribuibili alla grande sensibilità della gente per quanto è accaduto in Asia”.[LL]
LATIN AMERICA 18/1/2005 12:28
CRISI COLOMBIA-VENEZUELA: BRASILE E PERÙ SI OFFRONO COME MEDIATORI
Politics/Economy, Brief
“Vogliamo dare il nostro contributo per risolvere la situazione. Chiediamo solo il dialogo tra i due Paesi, niente di più”: lo ha detto il ministro degli Esteri peruviano, Manuel Rodríguez Cuadros, dopo un colloquio col presidente venezuelano Hugo Chávez a Caracas, in merito alla crisi sorta con la Colombia dopo la cattura del guerrigliero Rodrigo Granda. Anche il Brasile si è detto pronto a collaborare per una soluzione della vicenda, come ha fatto sapere da Brasilia il portavoce del presidente Lula, André Siger. Dal Messico, Luis Ernesto Derbez, ministro degli Esteri e candidato dell’Organizzazione degli Stati americani (Osa), ha suggerito che la Comunità andina delle nazioni (Can), sostenuta dalla stessa Osa, intervenga al più presto. A margine delle azioni diplomatiche in corso, il capo del comando regionale dell’esercito venezuelano, generale Jaime Escalante, ha dispiegato un gruppo di uomini della Guardia nazionale alla frontiera con la Colombia, al posto di dogana di San Antonio. Escalante non ha precisato se l’operazione sia collegata alla crisi. “Aspettiamo ancora una rettifica dalla Casa de Nariño (sede del governo colombiano, ndr) sul tema centrale della questione, ovvero la violazione della sovranità nazionale venezuelana” ha fatto sapere il ministro dell’Informazione venezuelano Andrés Izarra. A più riprese, Chávez ha chiesto al suo omologo Alvaro Uribe, scuse pubbliche accusandolo di aver pagato alcuni funzionari venezuelani per organizzare la cattura di Granda, il ‘portavoce internazionale’ delle Forze armate rivoluzionarie della Colombia (Farc), arrestato a Caracas lo scorso 13 dicembre. Inizialmente il governo colombiano aveva precisato che il fermo era avvenuto a Cúcuta, località colombiana al confine col Venezuela. Uribe ha già chiarito che il suo governo non ha commesso alcuna illegalità, perché “il popolo colombiano ha il diritto di liberarsi dall'incubo del terrorismo”. Per tutta risposta, Chávez ha richiamato l’ambasciatore venezuelano in Colombia e congelato tutti gli accordi commerciali col vicino Paese. [FB]
http://en.wikinews.org/wiki/Capture_of_FARC_member_creates_crisis_between_Venezuela_and_Colombia
http://en.wikinews.org/wiki/Colombia_releases_official_notice_in_response_to_Venezuela
BRAZIL 18/1/2005 13:58
INIZIA FORUM PAN-AMAZZONICO, IN VISTA DI PORTO ALEGRE
Peace/Justice, Brief
Rafforzare le alleanze e la solidarietà per “un alto mondo possibile”: è l’obiettivo del 4° Forum Pan-Amazzonico che si apre oggi a Manaus, nello Stato brasiliano di Amazonas, che riunirà circa 10.000 rappresentanti di popoli indigeni e organizzazioni sociali di 9 Paesi amazzonici. L’incontro, che ha per tema ‘Diversità, sovranità e pace’ e precede il Forum sociale mondiale in programma a Porto Alegre dal 26 al 31 gennaio, comprende una luna serie di iniziative, tra cui dibattiti, tavole rotonde, esposizioni e numerose attività culturali che animeranno il centro storico della città. Tra gli argomenti in discussione, largo spazio è dedicato alla bio-diversità, alla globalizzazione e allo sviluppo dell’industria agro-alimentare; sono previsti seminari su ‘diversità e pace’, ‘difesa della sovranità’, ‘discriminazione verso i popoli nativi’, ‘militarizzazione e Plan Colombia’ e ‘accordi di libero scambio nelle Americhe’. Si parlerà anche, tra l’altro, di diritti e cultura indigeni, agricoltura sostenibile, radio comunitarie, economia solidale. Il ‘Forum delle donne dell’Amazzonia Paraense’ affronterà anche la questione delle ripercussioni dell’espansione della monocoltura, in particolare la soia, sullo stile di vita delle donne amazzoniche. Coordinano l’evento la ‘Centrale unica dei lavoratori’ (Cut), il ‘Gruppo di lavoro amazzonico’ (Red Gta) e l’associazione degli scrittori di Amazonas.[FB]
SAUDI ARABIA 18/1/2005 9:51
INIZIA HAJJ, ANNUALE PELLEGRINAGGIO ALLA MECCA
Church/Religious Affairs, Brief
Circa due milioni di musulmani provenienti da tutto il mondo sono confluiti alla Mecca in occasione dell’hajj, pellegrinaggio che inizia oggi nella città santa dell’Arabia Saudita. Già da diverse settimane i fedeli stanno affluendo nel luogo di nascita del profeta Mohammed per prendere parte all’annuale pellegrinaggio che ogni musulmano, salute e finanze permettendo, dovrebbe compiere almeno una volta nella vita. Questa sera i fedeli si recheranno a Mina, dopo passeranno la notte in tenda prima di prendere un autobus o dirigersi a piedi verso il Monte Arafat, per un rituale che si svolgerà domani e che simboleggia il Giudizio universale. Giovedì la folla di pellegrini rientrerà alla Mecca per il primo giorno dell’Eid al Adha, la ‘festa del sacrificio’, e la maggior parte di essi sacrificherà un animale, di solito una pecora, in ricordo della disponibilità di Abramo a sacrificare il proprio figlio a Dio. Quest’anno le autorità saudite hanno mobilitato oltre 50.000 esponenti delle forze di sicurezza per cercare di evitare eventuali disordini o episodi di violenza. È ancora vivo, infatti, il ricordo della tragedia accaduta l’anno scorso, quando 251 pellegrini persero la vita nella calca, calpestati o soffocati mentre si disponevano in lunghe file sul ponte di Jamarat per recarsi ognuno a lanciare sette pietre contro una stele che rappresenta il diavolo. [LM]
18 gennaio 2005 12.51
Fondi ebraici: Knesset critica banche israeliane
GERUSALEMME - Una commissione della Knesset (parlamento) ha oggi duramente criticato il comportamento mantenuto da diverse banche israeliane quando negli scorsi decenni superstiti dell'Olocausto hanno chiesto loro di recuperare i risparmi depositati da loro congiunti negli anni Trenta.Al termine di una indagine protrattasi per quattro anni, i membri della Commissione hanno pubblicato un ponderoso rapporto in cui affermano che "le banche non hanno operato in maniera energica per restituire i fondi ai loro legittimi proprietari, anche quando avevano di fronte superstiti dell'Olocausto o i loro legittimi eredi". Quanti infine sono stati risarciti, afferma il rapporto, "hanno ricevuto somme che non corrispondevano al loro valore reale".La ricerca è stata resa complessa dal fatto che durante la Seconda guerra mondiale i conti depositati da ebrei europei in Palestina furono trasferiti in Gran Bretagna, la nazione responsabile del Mandato. Con la costituzione dello stato d'Israele quei conti furono trasferiti alle autorità israeliane. Secondo la commissione, 9.000 conti restarono nelle casse della banche israeliane e oggi i nominativi dei loro detentori sono stati divulgati via internet.Secondo una loro valutazione, il debito delle banche assomma oggi a 73,3 milioni di shekel (un euro equivale a sei shekel) e quello delle autorità israeliane assomma a 101,2 milioni. Ma secondo la Knesset la valutazione di quei conti deve essere condotta secondo una formula diversa. Di conseguenza il debito delle banche diventerebbe 323 milioni di shekel e quello delle casse israeliane 587 milioni di shekel.
18 gennaio 2005 10.01
Kobe: proposto centro contro catastrofi
KOBE (GIAPPONE) - Il primo ministro giapponese Junichiro Koizumi ha proposto oggi alla Conferenza Onu di Kobe (Giappone) la messa in opera di un centro mondiale per i pericoli legati all'acqua e una banca dati sulle conoscenze acquisite dopo le catastrofi. Il Giappone, Paese sistematicamente colpito da disastri naturali ,"farà di tutto per promuovere il più alto livello di cooperazione internazionale", ha detto Koizumi alla conferenza, che deve occuparsi di come gestire la prevenzione dei cataclismi.
SDA-ATS
FALSO TSUNAMI A CONCEPCIÓN, UN MORTO E MIGLIAIA SFOLLATI
General, Brief
È bastata una voce, ieri, per provocare scene di panico e una fuga di massa da Concepción, città costiera circa 500 chilometri a sud della capitale Santiago. Improvvisamente, nel bel mezzo della notte, la falsa notizia dell’avvicinarsi di uno tsunami ha provocato una fuga generalizzata e incidenti a ripetizione. Circa 12.000 persone hanno abbandonato le loro case per cercare scampo nell’interno e almeno una ventina di loro sono rimaste ferite. Una donna, Rosario Balladar Echeverría, 68 anni, invece, è morta d’infarto per lo spavento. Le autorità stanno indagando sulla vicenda, me secondo fonti giornalistiche locali sembra che la voce sia stata messa in circolazione intorno alle 2:00 del mattino da alcuni pescatori appena rientrati in porto. L’Ufficio nazionale d’emergenza ha smentito categoricamente qualsiasi fenomeno anomalo nell’area. Secondo il capo della Protezione civile, Carmen Fernández, “non è stata registrata ness’onda più grande del normale. Si tratta di fenomeni d’isteria collettiva originati da voci infondate, attribuibili alla grande sensibilità della gente per quanto è accaduto in Asia”.[LL]
LATIN AMERICA 18/1/2005 12:28
CRISI COLOMBIA-VENEZUELA: BRASILE E PERÙ SI OFFRONO COME MEDIATORI
Politics/Economy, Brief
“Vogliamo dare il nostro contributo per risolvere la situazione. Chiediamo solo il dialogo tra i due Paesi, niente di più”: lo ha detto il ministro degli Esteri peruviano, Manuel Rodríguez Cuadros, dopo un colloquio col presidente venezuelano Hugo Chávez a Caracas, in merito alla crisi sorta con la Colombia dopo la cattura del guerrigliero Rodrigo Granda. Anche il Brasile si è detto pronto a collaborare per una soluzione della vicenda, come ha fatto sapere da Brasilia il portavoce del presidente Lula, André Siger. Dal Messico, Luis Ernesto Derbez, ministro degli Esteri e candidato dell’Organizzazione degli Stati americani (Osa), ha suggerito che la Comunità andina delle nazioni (Can), sostenuta dalla stessa Osa, intervenga al più presto. A margine delle azioni diplomatiche in corso, il capo del comando regionale dell’esercito venezuelano, generale Jaime Escalante, ha dispiegato un gruppo di uomini della Guardia nazionale alla frontiera con la Colombia, al posto di dogana di San Antonio. Escalante non ha precisato se l’operazione sia collegata alla crisi. “Aspettiamo ancora una rettifica dalla Casa de Nariño (sede del governo colombiano, ndr) sul tema centrale della questione, ovvero la violazione della sovranità nazionale venezuelana” ha fatto sapere il ministro dell’Informazione venezuelano Andrés Izarra. A più riprese, Chávez ha chiesto al suo omologo Alvaro Uribe, scuse pubbliche accusandolo di aver pagato alcuni funzionari venezuelani per organizzare la cattura di Granda, il ‘portavoce internazionale’ delle Forze armate rivoluzionarie della Colombia (Farc), arrestato a Caracas lo scorso 13 dicembre. Inizialmente il governo colombiano aveva precisato che il fermo era avvenuto a Cúcuta, località colombiana al confine col Venezuela. Uribe ha già chiarito che il suo governo non ha commesso alcuna illegalità, perché “il popolo colombiano ha il diritto di liberarsi dall'incubo del terrorismo”. Per tutta risposta, Chávez ha richiamato l’ambasciatore venezuelano in Colombia e congelato tutti gli accordi commerciali col vicino Paese. [FB]
http://en.wikinews.org/wiki/Capture_of_FARC_member_creates_crisis_between_Venezuela_and_Colombia
http://en.wikinews.org/wiki/Colombia_releases_official_notice_in_response_to_Venezuela
BRAZIL 18/1/2005 13:58
INIZIA FORUM PAN-AMAZZONICO, IN VISTA DI PORTO ALEGRE
Peace/Justice, Brief
Rafforzare le alleanze e la solidarietà per “un alto mondo possibile”: è l’obiettivo del 4° Forum Pan-Amazzonico che si apre oggi a Manaus, nello Stato brasiliano di Amazonas, che riunirà circa 10.000 rappresentanti di popoli indigeni e organizzazioni sociali di 9 Paesi amazzonici. L’incontro, che ha per tema ‘Diversità, sovranità e pace’ e precede il Forum sociale mondiale in programma a Porto Alegre dal 26 al 31 gennaio, comprende una luna serie di iniziative, tra cui dibattiti, tavole rotonde, esposizioni e numerose attività culturali che animeranno il centro storico della città. Tra gli argomenti in discussione, largo spazio è dedicato alla bio-diversità, alla globalizzazione e allo sviluppo dell’industria agro-alimentare; sono previsti seminari su ‘diversità e pace’, ‘difesa della sovranità’, ‘discriminazione verso i popoli nativi’, ‘militarizzazione e Plan Colombia’ e ‘accordi di libero scambio nelle Americhe’. Si parlerà anche, tra l’altro, di diritti e cultura indigeni, agricoltura sostenibile, radio comunitarie, economia solidale. Il ‘Forum delle donne dell’Amazzonia Paraense’ affronterà anche la questione delle ripercussioni dell’espansione della monocoltura, in particolare la soia, sullo stile di vita delle donne amazzoniche. Coordinano l’evento la ‘Centrale unica dei lavoratori’ (Cut), il ‘Gruppo di lavoro amazzonico’ (Red Gta) e l’associazione degli scrittori di Amazonas.[FB]
SAUDI ARABIA 18/1/2005 9:51
INIZIA HAJJ, ANNUALE PELLEGRINAGGIO ALLA MECCA
Church/Religious Affairs, Brief
Circa due milioni di musulmani provenienti da tutto il mondo sono confluiti alla Mecca in occasione dell’hajj, pellegrinaggio che inizia oggi nella città santa dell’Arabia Saudita. Già da diverse settimane i fedeli stanno affluendo nel luogo di nascita del profeta Mohammed per prendere parte all’annuale pellegrinaggio che ogni musulmano, salute e finanze permettendo, dovrebbe compiere almeno una volta nella vita. Questa sera i fedeli si recheranno a Mina, dopo passeranno la notte in tenda prima di prendere un autobus o dirigersi a piedi verso il Monte Arafat, per un rituale che si svolgerà domani e che simboleggia il Giudizio universale. Giovedì la folla di pellegrini rientrerà alla Mecca per il primo giorno dell’Eid al Adha, la ‘festa del sacrificio’, e la maggior parte di essi sacrificherà un animale, di solito una pecora, in ricordo della disponibilità di Abramo a sacrificare il proprio figlio a Dio. Quest’anno le autorità saudite hanno mobilitato oltre 50.000 esponenti delle forze di sicurezza per cercare di evitare eventuali disordini o episodi di violenza. È ancora vivo, infatti, il ricordo della tragedia accaduta l’anno scorso, quando 251 pellegrini persero la vita nella calca, calpestati o soffocati mentre si disponevano in lunghe file sul ponte di Jamarat per recarsi ognuno a lanciare sette pietre contro una stele che rappresenta il diavolo. [LM]
18 gennaio 2005 12.51
Fondi ebraici: Knesset critica banche israeliane
GERUSALEMME - Una commissione della Knesset (parlamento) ha oggi duramente criticato il comportamento mantenuto da diverse banche israeliane quando negli scorsi decenni superstiti dell'Olocausto hanno chiesto loro di recuperare i risparmi depositati da loro congiunti negli anni Trenta.Al termine di una indagine protrattasi per quattro anni, i membri della Commissione hanno pubblicato un ponderoso rapporto in cui affermano che "le banche non hanno operato in maniera energica per restituire i fondi ai loro legittimi proprietari, anche quando avevano di fronte superstiti dell'Olocausto o i loro legittimi eredi". Quanti infine sono stati risarciti, afferma il rapporto, "hanno ricevuto somme che non corrispondevano al loro valore reale".La ricerca è stata resa complessa dal fatto che durante la Seconda guerra mondiale i conti depositati da ebrei europei in Palestina furono trasferiti in Gran Bretagna, la nazione responsabile del Mandato. Con la costituzione dello stato d'Israele quei conti furono trasferiti alle autorità israeliane. Secondo la commissione, 9.000 conti restarono nelle casse della banche israeliane e oggi i nominativi dei loro detentori sono stati divulgati via internet.Secondo una loro valutazione, il debito delle banche assomma oggi a 73,3 milioni di shekel (un euro equivale a sei shekel) e quello delle autorità israeliane assomma a 101,2 milioni. Ma secondo la Knesset la valutazione di quei conti deve essere condotta secondo una formula diversa. Di conseguenza il debito delle banche diventerebbe 323 milioni di shekel e quello delle casse israeliane 587 milioni di shekel.
18 gennaio 2005 10.01
Kobe: proposto centro contro catastrofi
KOBE (GIAPPONE) - Il primo ministro giapponese Junichiro Koizumi ha proposto oggi alla Conferenza Onu di Kobe (Giappone) la messa in opera di un centro mondiale per i pericoli legati all'acqua e una banca dati sulle conoscenze acquisite dopo le catastrofi. Il Giappone, Paese sistematicamente colpito da disastri naturali ,"farà di tutto per promuovere il più alto livello di cooperazione internazionale", ha detto Koizumi alla conferenza, che deve occuparsi di come gestire la prevenzione dei cataclismi.
SDA-ATS
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