Cavaliere, non esageri
di Aldo Grasso
Cavaliere, non esageri
dal Corriere della sera La febbre fa brutti scherzi, specie davanti alla tv. Deforma le immagini, incupisce la visione, affolla lo schermo di cattivi pensieri; dev'essere per questo che i medici consigliano silenzio, quiete, schermo spento. Ma da quell'orecchio Silvio Berlusconi proprio non ci sente, non sa cosa significhi riprendere fiato, rilassarsi, riposare. Costretto a letto dall'influenza, si è abbrutito come un qualunque critico televisivo: ha guardato tutto, ha annotato ogni sfumatura, si è macerato dalla rabbia per i discorsi sentiti. Alle sei del mattino aveva già il telecomando in mano, alle sette la prima lista di comunisti che bivaccano in tv, alle otto l'elenco delle menzogne che si dicono nei talk show contro il governo e via così, fino a notte fonda: un cahier de doléances pesante come un macigno. Così, appena ristabilito, il nostro premier si è presentato nel roseo salotto di Anna La Rosa, quello zuccherino di giornalista. Per dire che non accetterà mai un confronto televisivo con l'opposizione (nemmeno di fronte alla compiacente padrona di casa), che pretende le scuse di chi lo insulta, offeso per essere stato paragonato a Saddam Hussein, a Peron o a un qualche altro dittatore dello Stato libero di Bananas. Via, presidente, non esageri. La tv la guardiamo anche noi e tutto questo odio contro di lei ci è sfuggito. Sì, su Raitre resiste qualche sacca di dissenso, ma è robetta. L'incontro tra Fabio Fazio e Marco Follini era un idillio. Serena Dandini punzecchia, infastidisce. Corrado Augias usa il fioretto. Le battute più pesanti contro di lei le abbiamo sentite a «Zelig» ma lì, se non andiamo errati, è casa sua, pensavamo fosse tutto concordato. È sicuramente colpa della febbre se Berlusconi ha avuto le visioni: «Ho visto e sentito una serie infinita di calunnie. Dicono che le tv sono controllate dalla nostra parte politica. È esattamente vero il contrario, perché, l'85% dei giornalisti, ho visto i nomi della Rai, sono iscritti a sindacati di sinistra». Ha visto e sentito cose che noi umani non riusciamo nemmeno a immaginare (e ha avuto persino tempo di consultare le iscrizioni al sindacato). «Quindi - ha proseguito imperterrito - noi siamo di fronte esattamente ad un'informazione su tutti i mass media, giornali e tv, che è contro il governo e la sua politica. I signori dell'opposizione osano ribaltare anche in questo caso la realtà. Proprio in queste settimane ho sentito con le mie orecchie dire c'è un problema di democrazia in Italia, perché il sistema informativo è tutto nelle mani di un solo uomo. Non è cosi». No, non è così, dobbiamo esserci sbagliati. Forse anche noi, con questi sbalzi di temperatura, abbiamo la febbre. Meno male che in Italia ci sono solo conduttori all'acqua di La Rosa, onesti faticatori del piccolo schermo, marzulli della ragion di Stato. Per dire, ci fossero solo un David Letterman o un Jay Leno, con un Berlusconi malato, dalle parole si passerebbe ai fatti. È stato solo un brutto sogno, presidente, scherzi della febbre. L'unico guaio è che oggi, a raccontare i sogni, si va in tv.
15/02/2005
Cavaliere, non esageri
dal Corriere della sera La febbre fa brutti scherzi, specie davanti alla tv. Deforma le immagini, incupisce la visione, affolla lo schermo di cattivi pensieri; dev'essere per questo che i medici consigliano silenzio, quiete, schermo spento. Ma da quell'orecchio Silvio Berlusconi proprio non ci sente, non sa cosa significhi riprendere fiato, rilassarsi, riposare. Costretto a letto dall'influenza, si è abbrutito come un qualunque critico televisivo: ha guardato tutto, ha annotato ogni sfumatura, si è macerato dalla rabbia per i discorsi sentiti. Alle sei del mattino aveva già il telecomando in mano, alle sette la prima lista di comunisti che bivaccano in tv, alle otto l'elenco delle menzogne che si dicono nei talk show contro il governo e via così, fino a notte fonda: un cahier de doléances pesante come un macigno. Così, appena ristabilito, il nostro premier si è presentato nel roseo salotto di Anna La Rosa, quello zuccherino di giornalista. Per dire che non accetterà mai un confronto televisivo con l'opposizione (nemmeno di fronte alla compiacente padrona di casa), che pretende le scuse di chi lo insulta, offeso per essere stato paragonato a Saddam Hussein, a Peron o a un qualche altro dittatore dello Stato libero di Bananas. Via, presidente, non esageri. La tv la guardiamo anche noi e tutto questo odio contro di lei ci è sfuggito. Sì, su Raitre resiste qualche sacca di dissenso, ma è robetta. L'incontro tra Fabio Fazio e Marco Follini era un idillio. Serena Dandini punzecchia, infastidisce. Corrado Augias usa il fioretto. Le battute più pesanti contro di lei le abbiamo sentite a «Zelig» ma lì, se non andiamo errati, è casa sua, pensavamo fosse tutto concordato. È sicuramente colpa della febbre se Berlusconi ha avuto le visioni: «Ho visto e sentito una serie infinita di calunnie. Dicono che le tv sono controllate dalla nostra parte politica. È esattamente vero il contrario, perché, l'85% dei giornalisti, ho visto i nomi della Rai, sono iscritti a sindacati di sinistra». Ha visto e sentito cose che noi umani non riusciamo nemmeno a immaginare (e ha avuto persino tempo di consultare le iscrizioni al sindacato). «Quindi - ha proseguito imperterrito - noi siamo di fronte esattamente ad un'informazione su tutti i mass media, giornali e tv, che è contro il governo e la sua politica. I signori dell'opposizione osano ribaltare anche in questo caso la realtà. Proprio in queste settimane ho sentito con le mie orecchie dire c'è un problema di democrazia in Italia, perché il sistema informativo è tutto nelle mani di un solo uomo. Non è cosi». No, non è così, dobbiamo esserci sbagliati. Forse anche noi, con questi sbalzi di temperatura, abbiamo la febbre. Meno male che in Italia ci sono solo conduttori all'acqua di La Rosa, onesti faticatori del piccolo schermo, marzulli della ragion di Stato. Per dire, ci fossero solo un David Letterman o un Jay Leno, con un Berlusconi malato, dalle parole si passerebbe ai fatti. È stato solo un brutto sogno, presidente, scherzi della febbre. L'unico guaio è che oggi, a raccontare i sogni, si va in tv.
15/02/2005
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