AFRICA: TESSILE: FINITO ACCORDO, PROBLEMI IN VISTA
AFRICA 5/1/2005 1:33
MERCATO TESSILE: FINITO ACCORDO, PROBLEMI IN VISTA
Politics/Economy, Standard
I produttori africani del settore tessile saranno tra i più colpiti dall'estinguersi dell’‘Accordo Multifibre’, che elimina il sistema delle quote garantite di esportazione a partire dal 1 gennaio 2005. L'Africa, che è tra i più grandi produttori di cotone - in alcuni Paesi fino al 70-80% del prodotto interno lordo (Pil) è legato al mercato della fibra - rischia così l'ennesima bancarotta. Dalla fine della seconda guerra mondiale il trattato aveva regolato, con tetti alle importazioni, il commercio internazionale dei tessili e dell'abbigliamento ma ora è decaduto in base alle decisioni dell’ “Uruguay Round” del 1994. Secondo gli esperti del settore, paesi come il Madagascar, le Isole Mauritius, l'Uganda e il Lesotho si troveranno ad affrontare una competizione impossibile; stime dell’Organizzazione mondiale del Commercio (Omc/Wto, World trade organization) dicono che l'abolizione dell’accordo comporterà un forte sbilanciamento del mercato del settore tessile/abbigliamento: il 70-80% sarà dominato dalla Cina e dall'India, mentre il rimanente dovrà essere diviso tra il resto del mondo. Per i Paesi costretti a rientrare in quel 20-30% il rischio è dover sospendere del tutto la produzione tessile oppure, per limitare i danni, siglare accordi regionali con l'Unione Europea e con gli Stati Uniti rinunciando però al miglioramento delle condizioni dei lavoratori. Il quotidiano marocchino ‘Maroc Daily’ sottolinea che più di un terzo dei 200.000 addetti del settore tessile dei paesi del Nord Africa potrebberestare disoccupato; alle Mauritius sarebbero già 10.000 coloro che non hanno più un posto di lavoro. In totale, l'apertura del mercato potrebbe far perdere la principale fonte di sussistenza a 27 milioni di persone nel mondo, soprattutto donne. La liberalizzazione di questo settore è particolarmente controversa per diversi motivi: la quota di tessile e abbigliamento nell'ambito del commercio internazionale è rilevante, si tratta di due settori a largo impiego di manodopera e sono fra quelli in cui i paesi del Sud del Mondo avrebbero maggior capacità competitiva. E perché la maggior parte dei lavoratori occupati è di sesso femminile.[CO]
Misna
MERCATO TESSILE: FINITO ACCORDO, PROBLEMI IN VISTA
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I produttori africani del settore tessile saranno tra i più colpiti dall'estinguersi dell’‘Accordo Multifibre’, che elimina il sistema delle quote garantite di esportazione a partire dal 1 gennaio 2005. L'Africa, che è tra i più grandi produttori di cotone - in alcuni Paesi fino al 70-80% del prodotto interno lordo (Pil) è legato al mercato della fibra - rischia così l'ennesima bancarotta. Dalla fine della seconda guerra mondiale il trattato aveva regolato, con tetti alle importazioni, il commercio internazionale dei tessili e dell'abbigliamento ma ora è decaduto in base alle decisioni dell’ “Uruguay Round” del 1994. Secondo gli esperti del settore, paesi come il Madagascar, le Isole Mauritius, l'Uganda e il Lesotho si troveranno ad affrontare una competizione impossibile; stime dell’Organizzazione mondiale del Commercio (Omc/Wto, World trade organization) dicono che l'abolizione dell’accordo comporterà un forte sbilanciamento del mercato del settore tessile/abbigliamento: il 70-80% sarà dominato dalla Cina e dall'India, mentre il rimanente dovrà essere diviso tra il resto del mondo. Per i Paesi costretti a rientrare in quel 20-30% il rischio è dover sospendere del tutto la produzione tessile oppure, per limitare i danni, siglare accordi regionali con l'Unione Europea e con gli Stati Uniti rinunciando però al miglioramento delle condizioni dei lavoratori. Il quotidiano marocchino ‘Maroc Daily’ sottolinea che più di un terzo dei 200.000 addetti del settore tessile dei paesi del Nord Africa potrebberestare disoccupato; alle Mauritius sarebbero già 10.000 coloro che non hanno più un posto di lavoro. In totale, l'apertura del mercato potrebbe far perdere la principale fonte di sussistenza a 27 milioni di persone nel mondo, soprattutto donne. La liberalizzazione di questo settore è particolarmente controversa per diversi motivi: la quota di tessile e abbigliamento nell'ambito del commercio internazionale è rilevante, si tratta di due settori a largo impiego di manodopera e sono fra quelli in cui i paesi del Sud del Mondo avrebbero maggior capacità competitiva. E perché la maggior parte dei lavoratori occupati è di sesso femminile.[CO]
Misna
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