Ue: Italia maglia nera d'Europa in legislazione ambientale
Ue: Italia maglia nera d'Europa in legislazione ambientale comunitaria
03/02/2005 14:36 - Su 495 infrazioni, ben 73 sono italiane. Il Belpaese supera la Spagna in violazioni.
Si terrà questo pomeriggio la sessione annuale della Commissione Ambiente dell’europarlamento sull’applicazione nei diversi Stati membri della legislazione ambientale, Legambiente rende pubblico il “Dossier Italia” sulle infrazioni ambientali dal quale emerge che l’Italia è maglia nera in Europa.
L’Italia infatti ha recentemente superato la Spagna nella classifica europea delle infrazioni alla legislazione comunitaria in campo ambientale. Secondo gli ultimi dati a disposizione della Commissione – situazione aggiornata al 26 novembre 2004 – sono attualmente aperte contro l’Italia ben 73 procedure di infrazione, su un totale europeo di 495, pari quindi al 14.7%. Si tratta di casi che riguardano in particolare la normativa comunitaria sui rifiuti (22), l’inquinamento dell’aria (16), la valutazione di impatto ambientale (15) e la conservazione della natura (13). Di seguito si sintetizza l’attuale situazione nell’Unione europea a 15.
La situazione italiana ultimamente è fortemente peggiorata. Nel luglio 2004, infatti, la Commissione ha contestato all’Italia di aver violato in 28 casi la normativa ambientale comunitaria. E nel solo periodo tra luglio 2004 e gennaio 2005 la Commissione ha deciso di deferire l’Italia alla Corte di giustizia per ben 14 violazioni della normativa ambientale comunitaria: 4 riguardanti i rifiuti; 3 concernenti sia la conservazione della natura che l’inquinamento atmosferico; e 2 relativi rispettivamente all’inquinamento delle acque ed a quello industriale. Mentre in altri due casi l’Italia ha ricevuto un parere motivato (un secondo avvertimento scritto, che costituisce la seconda fase della procedura di infrazione) ed una lettera di costituzione in mora (un primo avvertimento scritto, che costituisce la prima fase della procedura d’infrazione), che la invitano a rispettare precedenti sentenze della Corte di giustizia per evitare di incorrere in gravi sanzioni pecuniarie. A ciò si deve aggiungere, sempre nello stesso periodo, l’invio al governo italiano di altri 14 pareri motivati. [Per un’analisi più approfondita si veda il dossier allegato]
Situazione peraltro confermata anche dal recente “2005 Environmental Sustainability Index” redatto da ricercatori ambientali delle Università di Yale e Columbia, in collaborazione con il Centro comune di ricerca di Ispra ed il World Economic Forum, che stila annualmente una classifica della performance ambientale di 146 paesi. In questo rapporto, presentato a Davos lo scorso 27 gennaio, l’Italia si classifica infatti al 69° posto dietro quasi tutti i paesi europei, Stati Uniti e Canada, oltre a molti paesi in via di sviluppo. Non è un caso che i paesi scandinavi, ultimi nella classifica comunitaria delle infrazioni ambientali, sono ai primi posti della classifica mondiale sulla sostenibilità ambientale, che vede in testa proprio la Finlandia.
Legambiente pertanto chiede al governo italiano di invertire senza indugio la sua linea di condotta rispondendo con atti concreti ai numerosi rilievi della Commissione, che mostrino con i fatti la volontà di colmare il preoccupante divario con il resto dell’Europa. Un primo immediato segnale politico deve essere il recepimento completo – entro il prossimo 16 febbraio, giorno dell’entrata in vigore del Protocollo di Kyoto - della direttiva sullo scambio di quote di emissioni dei gas serra e l’approvazione congiunta del piano nazionale di assegnazione delle emissioni climalteranti, che risponda rigorosamente ai requisiti della direttiva ed ai rilievi fatti dalla Commissione al piano presentato dal governo lo scorso luglio e rispedito al mittente per furbesche carenze.
http://www.legambiente.com/index.php?1
03/02/2005 14:36 - Su 495 infrazioni, ben 73 sono italiane. Il Belpaese supera la Spagna in violazioni.
Si terrà questo pomeriggio la sessione annuale della Commissione Ambiente dell’europarlamento sull’applicazione nei diversi Stati membri della legislazione ambientale, Legambiente rende pubblico il “Dossier Italia” sulle infrazioni ambientali dal quale emerge che l’Italia è maglia nera in Europa.
L’Italia infatti ha recentemente superato la Spagna nella classifica europea delle infrazioni alla legislazione comunitaria in campo ambientale. Secondo gli ultimi dati a disposizione della Commissione – situazione aggiornata al 26 novembre 2004 – sono attualmente aperte contro l’Italia ben 73 procedure di infrazione, su un totale europeo di 495, pari quindi al 14.7%. Si tratta di casi che riguardano in particolare la normativa comunitaria sui rifiuti (22), l’inquinamento dell’aria (16), la valutazione di impatto ambientale (15) e la conservazione della natura (13). Di seguito si sintetizza l’attuale situazione nell’Unione europea a 15.
La situazione italiana ultimamente è fortemente peggiorata. Nel luglio 2004, infatti, la Commissione ha contestato all’Italia di aver violato in 28 casi la normativa ambientale comunitaria. E nel solo periodo tra luglio 2004 e gennaio 2005 la Commissione ha deciso di deferire l’Italia alla Corte di giustizia per ben 14 violazioni della normativa ambientale comunitaria: 4 riguardanti i rifiuti; 3 concernenti sia la conservazione della natura che l’inquinamento atmosferico; e 2 relativi rispettivamente all’inquinamento delle acque ed a quello industriale. Mentre in altri due casi l’Italia ha ricevuto un parere motivato (un secondo avvertimento scritto, che costituisce la seconda fase della procedura di infrazione) ed una lettera di costituzione in mora (un primo avvertimento scritto, che costituisce la prima fase della procedura d’infrazione), che la invitano a rispettare precedenti sentenze della Corte di giustizia per evitare di incorrere in gravi sanzioni pecuniarie. A ciò si deve aggiungere, sempre nello stesso periodo, l’invio al governo italiano di altri 14 pareri motivati. [Per un’analisi più approfondita si veda il dossier allegato]
Situazione peraltro confermata anche dal recente “2005 Environmental Sustainability Index” redatto da ricercatori ambientali delle Università di Yale e Columbia, in collaborazione con il Centro comune di ricerca di Ispra ed il World Economic Forum, che stila annualmente una classifica della performance ambientale di 146 paesi. In questo rapporto, presentato a Davos lo scorso 27 gennaio, l’Italia si classifica infatti al 69° posto dietro quasi tutti i paesi europei, Stati Uniti e Canada, oltre a molti paesi in via di sviluppo. Non è un caso che i paesi scandinavi, ultimi nella classifica comunitaria delle infrazioni ambientali, sono ai primi posti della classifica mondiale sulla sostenibilità ambientale, che vede in testa proprio la Finlandia.
Legambiente pertanto chiede al governo italiano di invertire senza indugio la sua linea di condotta rispondendo con atti concreti ai numerosi rilievi della Commissione, che mostrino con i fatti la volontà di colmare il preoccupante divario con il resto dell’Europa. Un primo immediato segnale politico deve essere il recepimento completo – entro il prossimo 16 febbraio, giorno dell’entrata in vigore del Protocollo di Kyoto - della direttiva sullo scambio di quote di emissioni dei gas serra e l’approvazione congiunta del piano nazionale di assegnazione delle emissioni climalteranti, che risponda rigorosamente ai requisiti della direttiva ed ai rilievi fatti dalla Commissione al piano presentato dal governo lo scorso luglio e rispedito al mittente per furbesche carenze.
http://www.legambiente.com/index.php?1
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