Thursday, December 23, 2004

addio di folli

Da domani Mieli firma il Corsera Folli, direzione non si misura da durata (ANSA) - MILANO, 23 DIC - Il Corriere della Sera esce oggi per l'ultimo giorno con la firma di Stefano Folli. Paolo Mieli si insedia oggi nella funzione di direttore responsabile e firmera' il quotidiano da domani. Nel salutare i lettori con un fondo intitolato 'Un giornale credibile', Folli, in quello che viene definito il bilancio di una direzione breve', sottolinea che una direzione 'non si misura dalla sua durata', 'bensi' dall'impronta che lascia di se''.© Ansa
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CRONACHE
Bilancio di una direzione breve
Un giornale credibile
di Stefano Folli

Il bene più prezioso di un giornale è sempre la sua indipendenza. E si può stare certi che non c’è mai nulla di scontato nella ricerca di una vera autonomia. E’ un esercizio indispensabile e faticoso che si rinnova ogni giorno, tra gli eventi imposti dall’attualità, su di una strada irta di ostacoli. Poi, quando si sente di aver raggiunto un sufficiente grado di indipendenza morale e intellettuale, si scopre di essere ancora lontani dalla meta. Perché alla fine chi giudica è soltanto il lettore. Sta a lui percepire quanto il giornale e le persone che lo preparano sappiano essere libere, sta a lui apprezzare questo dono quotidiano. Senza il giudizio del lettore, lo sforzo è inutile. In questi diciotto mesi, i giornalisti del Corriere e il loro direttore si sono adoperati non solo per essere liberi nella loro coscienza, ma per essere percepiti come tali da chi legge e giudica. Lungo tale cammino, si sono ispirati alla migliore tradizione, antica e recente, di via Solferino, dimenticando le pagine buie che pure non sono mancate in una storia di quasi 130 anni. Consapevoli che non esiste altro modo per difendere l’identità della testata rispetto a tutti i centri di potere: della politica non meno che dell’economia. Non ci può essere retorica quando si tratta di affermare il valore dell’indipendenza. Né ci può essere scorciatoia nella ricerca quotidiana delle vie concrete per tutelarla. Intorno a essa si costruisce, giorno dopo giorno, l’autentica credibilità di un grande giornale. E la credibilità è la premessa indispensabile, se si vuole essere autorevoli.

Se una direzione si misura non dalla sua durata - che dipende da molti fattori e non è un criterio di valore - bensì dall’impronta che lascia di sé, forse allora possiamo dire che il Corriere è stato all’altezza della sua storia migliore, cioè della sua anima profonda: ha saputo essere autorevole e credibile agli occhi che contano, quelli dei suoi lettori. Ha saputo porsi al centro del dibattito politico e civile del Paese senza fare sconti ad alcun protagonista o comprimario. Questo può essere dispiaciuto a qualcuno, ma fa parte delle regole del gioco. Meglio scontentare un po’ tutti che compiacere solo una parte.

Il giornale ha seguito con attenzione lo sviluppo del nostro bipolarismo, che è senza alternative ma carico di difetti. Ha incalzato le grandi forze sulla via del riformismo, invitandole a offrire ai cittadini elettori un’idea, una visione dell’Italia che vorrebbero. Ha sollevato temi e proposto inchieste sul territorio che sono servite a comporre una fotografia abbastanza nitida del Paese che siamo. Era l’ambizione del giorno d’esordio: raccontare l’Italia con i suoi volti e le sue storie, attraverso un linguaggio chiaro, senza mai evitare le posizioni scomode. Nel rispetto di una vicenda nazionale complessa che non si presta a eccessive semplificazioni. Siamo riusciti a farlo grazie alla forza del Corriere e alla bravura dei suoi giornalisti. A loro, al vertice e a tutte le redazioni, va un sincero ringraziamento. E’ motivo di profonda soddisfazione che in questo periodo si siano affermate nuove giovani firme e si sia ampliato il numero dei collaboratori. Un giornale di qualità, ma non un giornale élitario: in fondo era questo l’obiettivo. «Andandomene, mi sento la coscienza tranquilla, come di uno che ha fatto il suo dovere». Sono parole scritte quasi sessant’anni fa da un direttore che si chiamava Mario Borsa. Sono perfettamente attuali. Auguri calorosi a Paolo Mieli, l’uomo giusto per il Corriere di domani .

23 dicembre 2004


Il comunicato dell’editore
Stefano Folli lascia la direzione del Corriere della Sera. A lui vanno i ringraziamenti dell’Editore per l’opera svolta e i migliori auguri per il futuro prezioso contributo che si appresta a dare al giornale da editorialista. Esaurite le previste procedure sindacali, Paolo Mieli si insedierà domani, giovedì 23 dicembre (oggi per chi legge, ndr), nella funzione di Direttore Responsabile del Corriere della Sera, a cui era stato designato dal Consiglio di Amministrazione di Rcs Quotidiani nella riunione di domenica 19 dicembre, e firmerà il quotidiano a partire dal numero in edicola venerdì 24 dicembre. A Paolo Mieli i migliori auguri di buon lavoro.


Il parere dei giornalisti sulla designazione di Mieli
Martedì e ieri, tutti i giornalisti del Corriere della Sera sono stati chiamati a pronunciarsi con voto segreto sulla proposta di nomina di Paolo Mieli a direttore. Lo scrutinio ha dato il seguente risultato: aventi diritto (compresi i giornalisti con contratto a termine): 379; votanti 318; favorevoli: 243; contrari: 55; schede bianche: 19; nulle 1. Le operazioni di voto sono state assistite a Milano dal notaio Umberto La Porta e a Roma dal notaio Giorgio Intersimone. Il Comitato di redazione ha quindi reso noto al presidente della Rcs Quotidiani Piergaetano Marchetti e all’amministratore delegato, Vittorio Colao, il parere positivo sulla proposta. I rappresentanti dei redattori del Corriere della Sera avevano incontrato lunedì il direttore designato e hanno ridefinito le tradizionali regole che garantiscono ai giornalisti, nell’esercizio del loro lavoro, l’autonomia rispetto alle possibili interferenze di natura economico-finanziaria, politica e pubblicitaria, anche da parte degli azionisti della Rcs MediaGroup. Queste «carte» stabiliscono anche con quali principi il Corriere debba essere fatto ogni giorno e sono un presidio a tutela dei lettori che possono essere considerati i veri «proprietari» del giornale. Chi vuole, può leggere una sintesi dei testi (che Paolo Mieli sottoscrive al momento della nomina) nel sito www.corriere.it alla sezione «Via Solferino». I documenti sono due: lo «Statuto dei giornalisti del Corriere della Sera» (scritto nell’aprile 1972) e la «Dichiarazione d’indipendenza del Corriere» presentata per la prima volta nel 2002 e ufficialmente operante dalla crisi per l’uscita di Ferruccio de Bortoli nel giugno 2003. Lo «Statuto» e gli accordi storici pongono l’accento sull’autonomia dei giornalisti. La «Dichiarazione di indipendenza» dà priorità alle garanzie per i lettori, descrivendo i modi per assicurare in particolare: imparzialità, completezza, accuratezza, correttezza e comprensibilità dei fatti. Paolo Mieli ha anche concordato il numero dei giornalisti (portati a 371, più due vicedirettori preannunciati in aggiunta a quelli esistenti) necessario per far uscire ogni giorno al meglio in edicola il Corriere della Sera e la loro dislocazione di massima nelle diverse sezioni. Comitato di redazione del Corriere della Sera Gabriele Dossena, Raffaele Fiengo, Rodolfo Grassi, Stefania Tamburello e Giuseppe Pullara


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